27-03-2023 Chiede di rivedere il suo cane prima di morire, Lapo ammesso in ospedale. Enpa scrive all’Ospedale San Donato per ringraziare

 

Era ricoverata in terapia intensiva all’Ospedale San Donato e aveva espresso il desiderio di poter stare ancora una volta insieme al suo Lapo, un cane meticcio suo compagno di vita. I medici non hanno voluto ignorare la richiesta di Vittoria, donna ricoverata in fin di vita nel reparto di pneumologia diretta da dottor Raffaele Scala. Così, con tutte le accortezze del caso e seguendo le regole di igiene previste nel nosocomio, il cane, di piccola taglia, è entrato in reparto per dare supporto a Vittoria nel momento del bisogno. La Presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi, ha scritto al reparto di Pneumologia dell’Ospedale San Donato per ringraziare per il grande gesto di umanità e per sottolineare l’importanza della relazione tra i pazienti e i loro animali lasciati a casa.

“Desideravo scrivervi e ringraziarvi personalmente – scrive Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa nella lettera indirizzata al Dottor Raffaele Scala Direttore del reparto di Pneumologia e alla Capo Sala Manuela Caneschi - per il gesto di profonda umanità che avete avuto consentendo alla signora ricoverata in terapia intensiva di riabbracciare un’ultima volta il suo cane Lapo. In alcune regioni sono state approvate linee di indirizzo che consentono l’accesso degli animali d’affezione alle aree esterne, aree interne comuni e ai reparti di degenza delle strutture sanitarie; questo proprio per facilitare la relazione tra pazienti e i loro animali lasciati a casa, una relazione che è ormai provato offrire un grande sostegno psicologico”.

“Il vostro gesto - conclude Carla Rocchi - si inserisce su questo solco di attenzione e sensibilità e ci ricorda come possa essere affrontato con grande umanità il delicatissimo tema del fine vita, cercando di facilitare la vicinanza degli affetti umani e non, per rendere questo passaggio più dolce. Ma il vostro gesto ci aiuta a raggiungere anche un altro obiettivo culturale difficile e di lungo termine: veicolare una cultura di rispetto nei confronti degli animali per cui questi, appunto, fanno pienamente parte di una famiglia e dunque sono presenti nei luoghi che riguardano noi umani. Una cultura davvero inclusiva e rispettosa di tutti di cui mai come oggi abbiamo bisogno”.