12-10-2022 Caccia nelle aree incendiate, Regione Liguria condannata dal Tar

 

Con sentenza n.828 pubblicata il 4 ottobre, il TAR della Liguria si è definitivamente pronunciato sul caso sollevato da ENPA, LAV, Lipu e WWF. Le associazioni avevano infatti impugnato una circolare regionale che, in virtù della legge regionale n.22 del 1999 “Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico”, disponeva il divieto di caccia nelle zone boscate regionali incendiate per soli tre anni dall’evento incendiario, mentre la legge quadro nazionale n.353 del 2000, prevede che il divieto di caccia debba valere per i dieci anni successivi l’incendio.

“Grazie al nostro ricorso alla giustizia amministrativa, il TAR di Genova ha posto la questione di legittimità costituzionale della legge regionale – dichiarano le associazioni ambientaliste e animaliste – sulla quale la Corte Costituzionale si è espressa censurandola proprio nella parte in cui riduce il divieto di caccia a soli tre anni, oltretutto limitandolo alle sole aree di superficie maggiore di un ettaro. Ovviamente il tutto in difformità alla Legge quadro nazionale.”

L’istituzione del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco è fondamentale per garantire la ripresa degli equilibri naturali nei luoghi colpiti da eventi così disastrosi. E’ evidente a chiunque che, consentire l’accesso dei cacciatori e dei loro fucili in quei luoghi, compromette gravemente la ricostituzione degli habitat, comportando l’uccisione di animali già in grave difficoltà a causa della scarsità di risorse a disposizione.

  Il divieto di caccia limitato a soli tre anni era chiaramente un favore che la Regione Liguria ha voluto elargire ai cacciatori, pur in consapevole spregio della normativa nazionale. Ora però gli effetti di questa condotta illegittima ricadranno sulle tasche di tutti i cittadini liguri, il TAR di Genova ha infatti disposto la condanna della Regione al pagamento delle spese legali sostenute dalle associazioni ambientaliste e animaliste. 

“Non è certo una novità la compiacenza di alcune regioni nei confronti delle richieste dei cacciatori, ma è importante che i cittadini sappiano che queste decisioni scellerate ricadono poi sempre su di loro, in termini di perdita di biodiversità e, come in questo caso, anche in termini di costi economici – concludono le associazioni.”