Stampa
Visite: 737
21-06-2022 Carresi Chieuti 2018, citate in giudizio 38 persone per maltrattamento di animali tra cui il sindaco. Enpa: “Il 6 ottobre inizia il processo. Ora dovranno rispondere per tutta la sofferenza inflitta a questi animali”

 

Il Tribunale di Foggia ha citato in giudizio 38 persone che dovranno rispondere del reato di maltrattamento di animali nei confronti dei bovini e dei cavalli coinvolti nella corsa delle Carresi di Chieuti del 2018, dove morì un uomo travolto prima da un cavallo e poi da un carro. L’Enpa aveva presentato attraverso l’avvocato Enpa Claudia Ricci un esposto molto articolato alla Procura di Foggia, chiedendo gli accertamenti medico-veterinari, i controlli anti doping sui buoi e i cavalli e i filmati relativi alla Carrese. “Ci sarà il processo – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – e finalmente una corsa assurda che viene fatta passare per folclore e tradizione potrà rivelarsi per quel che realmente è: un insensato e crudele maltrattamento nei confronti di animali che a causa di queste manifestazioni sono costretti a fatiche insopportabili e a correre, colpiti con violenza dai fantini, su strade inadatte fino allo stremo delle loro forze. E’ un fatto storico che tra i citati in giudizio ci sia il sindaco di Chieuti, in quanto Ente promotore e organizzatore della manifestazione. Sì perché da sempre Enpa richiama i sindaci al loro dovere di far rispettare le norme, il principio di legalità, e dei comportamenti legittimi sul proprio territorio. E se nel loro Comune vengono organizzate manifestazioni come questa, dove viene totalmente a mancare il rispetto e la tutela degli animali, i sindaci devono risponderne”.
Enpa da sempre è in prima linea contro l’assurda “tradizione” delle Carresi e attraverso il suo ufficio legale e l’avvocato Enpa Claudia Ricci sta seguendo quattro procedimenti riguardanti diverse edizioni di carresi: due a Larino in Molise e due in provincia di Foggia, in Puglia. L’udienza stabilita oggi dal Tribunale di Foggia si terrà il 6 ottobre prossimo. “E’ ora di dire stop a queste barbarie - conclude Carla Rocchi - in cui ci si diverte infliggendo sofferenza agli animali. Da anni proviamo ad incidere sulla sensibilità dei tanti che ancora non riescono a vedere queste manifestazioni come un inutile maltrattamento di animali. Lì dove non arriva l’etica e l’educazione al rispetto delle persone speriamo riesca la legge, con sentenze severe e condanne pesanti.”