30-12-2020 Caccia, Enpa: “Solidarietà e sostegno per Flavio Insinna, ha solo espresso ciò che pensa la maggior parte degli italiani”
- L’Ente Nazionale Protezione Animali esprime pieno sostegno e solidarietà al celebre conduttore televisivo Flavio Insinna per essersi espresso nella sua popolare trasmissione contro la caccia e dunque per essere stato pesantemente attaccato dal mondo venatorio. Un pensiero, tra l’altro, condiviso dalla maggior parte degli italiani già da molto tempo come rilevato dall’Eurispes nel Rapporto Italia 2016 con il 68,5% contrario all’attività venatoria.
Attività venatoria che incredibilmente ha continuato ad essere praticata, grazie al sostegno delle Regioni, in disprezzo ai dettami dei Dpcm, anche in questo momento di emergenza sanitaria. Insieme alle altre associazioni animaliste e ambientaliste l’Enpa ha scritto al Governo proprio per sottolineare questa incoerenza, chiedere un intervento immediato delle istituzioni e ricordare la pericolosità di certe forme di caccia come le braccate che vedono la partecipazione anche di 70-80 cacciatori insieme, un vero insulto alla prudenza e ai sacrifici chiesti al resto degli italiani. Attività venatoria che ogni anno produce un vero e proprio bollettino di guerra. Secondo l’Associazione Vittime della Caccia quest’anno sono morte 27 persone e rimaste ferite 64 molte delle quali vittime innocenti che si trovavano sul posto solo per caso.
Senza ovviamente tralasciare le vere vittime di questa attività, gli animali. E non parliamo solo di tutti quelli che muoiono per questa pratica assurda e retriva ma anche delle migliaia maltrattati per permettere a questa attività di esistere. E’ il caso degli uccelli da richiamo, uno dei maltrattamenti sugli animali più diffusi dei nostri tempi. Gli interventi delle Guardie zoofile Enpa hanno scoperchiato una realtà davvero inquietante che vede migliaia di uccelli vittime di sofferenze atroci. Basti pensare che solo in provincia di Vicenza almeno centomila animali sono ingabbiati per tutta la vita, costretti a vivere in una spazio minuscolo che non gli permetterà neanche di aprire le ali, spesso in mezzo ad escrementi e acqua putrida.