11-12-2020 Lombardia, Associazioni scrivono alle istituzioni: “ 61 mila morti ma si riapre la caccia”

 

Una lettera di accusa al mondo politico da parte delle principali associazioni per la tutela dell’ambiente e degli animali, Cabs, Enpa, Gaia, Gruppo Ornitologico Lombardo, Lega Abolizione Caccia, Lipu, Pro Natura Lombardia e WWF Lombardia. Gli ambientalisti non hanno, infatti, gradito la riapertura della stagione venatoria, addirittura prima del passaggio di molte regioni da zone arancioni a zone gialle.

“Se non fosse per la tragedia della pandemia – scrivono le associazioni in una nota - che ha fatto oltre 61.000 morti, ci sarebbe da sorridere. In questi giorni i governatori di sinistra e di destra si sono ancora una volta dimostrati genuflessi di fronte all’arroganza e prepotenza del mondo venatorio: mentre gli italiani hanno nella stragrande maggioranza accettato tutte le limitazioni alle libertà personali, in nome della salvaguardia della salute, mentre centinaia di migliaia di lavoratori hanno dovuto restare a casa, spesso senza aiuti economici o con scarsi sussidi, i cacciatori hanno ancora una volta dimostrato di credersi al di sopra di tutti e di tutto.

Sarà il privilegio loro concesso da sempre di entrare nelle proprietà private (articolo 842 del Codice Civile), sarà che solo a loro è concesso uccidere per divertimento (un italiano che ammazzasse un animale sarebbe processato per svariati reati), comunque sia il blocco dell’attività venatoria (nelle aree rosse) o le limitazioni nelle altre zone proprio non sono state accettate. I cacciatori pagando per la licenza e tasse di concessione (ci mancherebbe altro) si sono sentiti autorizzati ad attacchi durissimi contro i Governatori che non forzavano i limiti imposti a tutti gli italiani dai DPCM”.

Negli ultimi giorni i primi Governatori hanno iniziato a dare prova di “celodurismo venatorio”: “Inizia la Regione Sardegna che delibera addirittura la caccia di martedì (8 dicembre) giorno di silenzio venatorio per cui è prevista una denuncia penale per chi cacci: un atto di analfabetismo normativo prontamente contrastato con una diffida del Ministero dell’Ambiente. Ma il vero capolavoro lo fa la Regione Toscana che forza le regole delle aree arancioni concedendo la caccia non solo nel comune di residenza ma nell’ATC (ambito territoriale di caccia) e addirittura in tutta la regione per chi va a caccia da capanno, definendo la caccia “stato di necessità”. Segue quindi il giorno dopo la Regione Calabria che delibera in modo più stringato ma sulla falsa riga della Toscana.
E la Lombardia, vera Patria del “Celodurismo Venatorio”? Niente!
Le Associazioni venatorie lombarde dichiarano: “giù il cappello di fronte alla Toscana!” . Ecco quindi arrivare in zona Cesarini anche la Regione Lombardia che ieri delibera la caccia non solo negli ATC di residenza (come la Toscana) ma in tutti gli ATC lombardi di iscrizione. Quindi da oggi (giovedì 10 dicembre) cacciatori liberi tutti!”.