25-11-2020 Bracconaggio, Cras Enpa Campomorone recupera capriolo ferito da proiettile. Enpa di Genova: “Liguria sempre più terra di bracconaggio.

Ancora un episodio di bracconaggio. Il Cras Enpa di Campomorone ha recuperato proprio a pochi metri dalla sua sede una capriola ferita gravemente da un proiettile che è entrato dalla spalla sinistra e le ha aperto una voragine. “Miravano al cuore – afferma Massimo Pigoni, Vice Presidente nazionale Enpa – per lei purtroppo non c’è stato molto da fare, solo sopperire alla mancanza di compassione di chi ha cercato di ucciderla, con un ultimo gesto d'amore. Quello che fa più rabbia è che la caccia al capriolo in questo periodo non è consentita”. L’animale, tra l’altro era stato avvistato questa estate diverse volte, sempre accompagnata da due giovani cuccioli che non erano con lei al momento del recupero, probabilmente spaventati dagli spari.
Dimezzati gli agenti del Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale
“L’attività venatoria è legale – spiega Massimo Pigoni – ma questo è bracconaggio dal momento che la caccia al capriolo è vietata in questo periodo dell’anno. Purtroppo abbiamo potuto osservare un incremento notevole nei reati di bracconaggio in Liguria negli ultimi anni, complici anche le scelte politiche poco lungimiranti della Regione come il dimezzamento in circa due anni del numero degli agenti del Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale. Risorse importanti per il controllo del territorio, già molto complesso di per sé, la cui ha assenza ha avuto conseguenze sia pratiche che psicologiche. I bracconieri, infatti, oggi in Liguria si spingono a fare operazioni che prima non avevano mai osato. E’ come fosse calato un velo di impunibilità che avvolge le loro azioni e rende il nostro territorio molto più vulnerabile ai loro attacchi”.

 

Il caso degli Ibis eremita protetti dall’Ue uccisi in Liguria

“Non è un caso – continua Massimo Pigoni - che anche la stampa estera abbia acceso i riflettori sulla mancanza di politiche anti bracconaggio della Regione Liguria. Il 9 novembre scorso, infatti, il trasmettitore di un ibis eremita facente parte del progetto “Reason for Hope” di LIFE+ Biodiversità, uno dei più grandi progetti europei di conservazione di una specie, ha segnalato la morte dell’esemplare protetto proprio vicino a La Spezia. Come segnalato dal team Waldrappteam che cura il progetto finanziato dall'UE, fino al 70% delle morti di ibis eremita è stato causato dalla caccia illegale nel nostro Paese. Dal 2017 c'è un piano d'azione contro la caccia agli uccelli selvatici in diverse regioni, ma la Liguria non è tra queste. Il team Waldrapp ha chiesto quindi quindi che la Liguria venga definita come un altro punto nero nell'ambito del Piano d'Azione Nazionale e che vengano al più presto adottate misure adeguate contro la caccia agli uccelli selvatici. La morte di ogni singolo uccello significa una battuta d'arresto per il progetto e una perdita di circa 15.000 euro”.