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21-01-2020 Gli effetti degli ami da pesca: milioni di squali sono a rischio

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Secondo uno studio dell’Istituto di Biologia marina dell'Università Manoa nelle Hawaii sono milioni gli squali che in tutto il mondo soffrono "silenziosamente" a causa degli effetti degli ami da pesca che possono restare all'interno delle loro membra per oltre sette anni, provocando gravi danni alla salute, tra cui sanguinamento interno e necrosi. 

I ricercatori hanno studiato per otto anni gli squali tigre nelle acque oceaniche che circondano Tahiti, scoprendo che il 38 per cento presentava ferite da ami o attrezzi da pesca industriali. La pesca con palamito (o palangaro) prevede l'utilizzo di un singolo filo che può presentare un numero di ami da pesca variabile da diverse dozzine a diverse migliaia. Questi palangari vengono scagliati nell'oceano e lasciati sul fondo o sulla superficie dell'oceano, dove in genere rimangono per diverse ore prima di essere trascinati indietro. I pescatori commerciali che usano questa tecnica sperano di catturare principalmente tonni e pesci spada di alto valore, secondo Meyer, ma numerose altre specie possono imbattersi accidentalmente negli ami.

E così gli squali nuotano con gli ami nello stomaco, nella gola, nella bocca, attorno alle mascelle o altrove sul corpo. "Sostituire gli oggetti utilizzati attualmente – ha affermato Carl Meyer, ricercatore associato presso l'Hawai Institute of Marine Biology - con ami non inossidabili non è una panacea, ma potrebbe contribuire a limitare i danni negli animali, riducendo il tempo di deterioramento dell'amo e liberando prima gli squali."