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01-01-2020 LIGURIA, RICOMINCIA DOMANI 2 GENNAIO IL MASSACRO DI CUCCIOLI E MAMME DI CAPRIOLO E DI DAINO

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Da domani, giovedì 2 gennaio, ricomincia il massacro dei cuccioli e delle femmine di capriolo e daino in provincia di Savona; e sono veramente tanti gli animali che i cacciatori di selezione potranno uccidere, ogni lunedì, giovedì e sabato fino al 14 marzo: 872 caprioli (566 femmine e 306 cuccioli in 12 unità di gestione) e 177 daini (99 femmine e 78 cuccioli in 6 unità di gestione), cioè una strage di oltre mille gentili bestiole, tra cui 384 cuccioli di pochi mesi. Lo dichiara la Sezione Enpa di Savona.
E - continua – sarà fatta continuare dalla Regione Liguria ancora per tutto il mese di gennaio la caccia al cinghiale, dopo che i conti degli abbattimenti effettuati finora avranno dato gli identici esiti di tutti gli anni scorsi: non si è raggiunto il contingente abbattibile consentito. Accade infatti da sempre così, secondo un collaudato e comodo meccanismo pro-caccia: si fanno fare i censimenti ai cacciatori su porzioni limitate di territorio e si stimano i numeri presunti, ma molto presunti, del totale sull’intero territorio; si stabilisce una percentuale da abbattere e si ottiene il numero dei “morituri” annuali; questo valore non viene mai raggiunto nella prima parte della stagione venatoria e quindi si proroga la caccia al mese di gennaio; contenti tutti, politici, amministratori, cacciatori ed agricoltori; ed il sistema vale più o meno anche per daini e caprioli. Secondo la Sezione Enpa di Savona questa è la prova che di ungulati ce ne sono molti meno di quanti se ne voglia far credere, anche se la presenza dei cinghiali è percepita molto di più perché si avvicinano agli abitati, perché sono stati abituati alla presenza dell’uomo dai cacciatori che, per trattenerli sui loro territori di caccia, li hanno alimentati per decenni e forse qualcuno lo fa ancora adesso illegalmente; ed ora che è vietato vanno a cercare il cibo vicino alle case.

La grande responsabilità della caccia è la liberazione in passato di cinghiali, caprioli e daini in territori in cui da anni erano spariti, proprio per farli crescere di numero ad esclusivo fine venatorio; la caccia, che non può (o non vuole) contenerne la popolazione, è quindi la causa e non la soluzione del sovrannumero di animali; problema che in molti paesi del mondo viene affrontato con studi promettenti ma avversati ovunque dal mondo venatorio e dai politici loro amici, di somministrazione di sterilizzanti specie_specifici che, risolte alcune problematiche applicative, sono la vera soluzione del problema, a tutela permanente dell’equilibrio ambientale e delle coltivazioni.